La nascita della Pugilistica Rodigina, un mitico ring ed i primi pugili

La vittoria di Ferracin della Pugilistica Rodigina a Manchester

Il 1960 è l’anno delle Olimpiadi di Roma. Quelle di Nino Benvenuti e di Cassius Clay. Il primo vince la medaglia d’oro nei pesi welter ed anche la Coppa Val Barker, come pugile con il miglior stile e le migliori qualità tecniche. Il secondo vince l’oro nei mediomassimi, poi diventerà leggenda. C’erano tre ring in quei giochi, due venivano utilizzati per i combattimenti ed uno per gli allenamenti. Al termine vennero dati in omaggio a tre palestre, che avevano contribuito a portare il pugilato italiano ai massimi livelli.

Il ring e la storia

Il ring della Pugilistica Rodigina

Uno di quei ring è, ancora oggi, in Viale Trieste 143, sede storica della gloriosa Pugilistica Rodigina. Viene custodito gelosamente e utilizzato per le riunioni di pugilato. E bisogna entrare in quella palestra per capire come mai quel ring, dopo i giochi, venne dato alla Pugilistica. Oggi, come allora, aprire la porta vuol dire respirare storia, sudore, lacrime, sacrifici. Ricordo ancora quando vi misi piede la prima volta, timidamente varcai la soglia della palestra sotto lo sguardo di uno dei maestri.

La Pugilistica Rodigina – Viale Trieste

Dissi, semplicemente, “sono venuto per allenarmi, ho parlato con l’altro maestro”. Lui mi guardò ed indicò le panche a ridosso del muro. “Cambiati che tra poco iniziamo”, ed era come se mi avesse conosciuto da sempre. Mi seguì con lo sguardo in quel primo allenamento in cui, a cerchio, facevamo il riscaldamento, riprendendo con durezza i miei sbagli nell’esecuzione degli esercizi.

Perché in una palestra di pugilato non conta se devi combattere domani o non combatterai mai, l’allenamento è sacro, gli esercizi bisogna eseguirli correttamente, e non esiste la parola mollare. Lì, alla Pugilistica Rodigina, imparai presto, ancora di più. E’ come se il tempo si fosse fermato, basta guardare i muri, la bilancia per il peso messa in angolo, le foto di Ferracin e Correggioli, l’orologio che scandisce le riprese, le urla, il sacrificio, il sudore.

Da Strozzi a Ferracin

Parla di uomini, che lì si sono formati, e poi, solo poi, sono diventati grandi pugili. E’ Nando Strozzi ad aprire la palestra e farne un punto di aggregazione. Trovando subito talenti cristallini, che avevano solo bisogno delle sue mani per brillare ancora di più. Amava ripetere “Attaccare è un istinto, difendersi, un’arte”.

E così si trova ad allenare talenti puri, cui farà compiere imprese tali da rendere orgogliosa per sempre Rovigo. Come Guido Ferracin, che fece fermare una città intera, nell’immediato dopoguerra, incollata con l’orecchio alla radio, per seguire il suo incontro vittorioso per il titolo europeo dei pesi gallo a Manchester nel 1948. O Giulio Rubello, 119 incontri da peso medio dilettante e mai un ginocchio che tocca terra, neanche nelle sue 12 sconfitte.

Ed ancora Enzo Correggioli, campione italiano dei pesi piuma nel 1946, che combatte con i migliori d’Europa battendoli e difendendo due volte il titolo vittoriosamente.

Silvano Modena

 Il maestro Silvano Modena, storia della Pugilistica Rodigina

Poi la sua creatura più romantica, più leggendaria, più umana di tutte. Perché non fai scomodare Alessandro Baricco all’apice del successo per venire a raccontarti se non lo sei. Se non sei prima di tutto Uomo nella vera accezione del termine, padre, marito, figlio, confidente, esempio, guida. Sulla figura del maestro Modena torneremo a parte, rischiamo di fargli un torto a racchiuderlo in poche righe. Ci basta sapere che arrivò a sfidare il grande Nino Benvenuti e che, appassionato di Rugby, vince lo scudetto del 1962, presenziando in qualità di Pilone in 4 incontri.
Gli anni 70-80

Dopo la morte di Strozzi tocca a lui ed a Correggioli prendere le redini della Pugilistica Rodigina, cercando diamanti da sgrezzare, da seguire, da far maturare e diventare campioni. Siamo a cavallo tra gli anni 70 ed 80 ed il connubio è perfetto, perché mentre la sua boxe parla di forza, di attacco, quella di Corregioli parla di difesa e tattica. E gli uomini che si trova davanti non lo deludono, da Marco Antilibano (campione superwelter novizi nel 1977) ad Alberto Castellacci. Un campione di classe cristallina quest’ultimo, anch’esso meritevole di ben altro spazio, campione novizi nel 1978 nella categoria pesi medi, un inizio tra i professionisti costellato di successi. Nel momento clou della carriera trova sulla sua strada il destino, che prima si mette di traverso, poi, di fronte alla forza di volontà di quest’uomo, si mette da parte, cosciente che solo gli uomini possono fermare altri uomini.

Fonte: rovigo.italiani.it (itRovigo), grazie ad Alessandro Effe.

Pugilistica Rodigina