Non potevamo non ospitare, in questo spazio, uno degli atleti simbolo della Pugilistica. Attraverso la sua carriera e le parole del figlio Mauro. Enzo Correggioli è stato senza dubbio una delle figure più rappresentative del pugilato a Rovigo ed in Polesine. Nasce proprio nel capoluogo nel 1922 ed inizia giovanissimo a praticare la boxe entrando nella palestra che Nando Strozzi aveva aperto a Rovigo, in Viale Trieste. La mitica Pugilistica Rodigina.
Gli inizi
Inizia la carriera come dilettante il 19 marzo del 1939, non ancora diciassettenne e durante l’incontro con Mario Cogo ottiene una vittoria ai punti. Negli anni successivi disputa numerosi incontri anche dopo l’inizio della Seconda Guerra Mondiale, continuando a sostenere battaglie sul ring fino al suo termine. L’ultimo match da dilettante lo vede protagonista a Bondeno contro il britannico Gamble che batte ai punti il 30 giugno 1945. Il suo ruolino di marcia è impressionante : 111 incontri, 90 vittorie, 11 pareggi e solo 10 sconfitte.
Esordisce come professionista alla fine del conflitto a Rovigo. Vince sorprendentemente ai punti contro il campione italiano dei pesi gallo ed europeo dei piuma Gino Bondavalli. L’incontro non prevedeva il titolo in palio. Il successo gli consente di combattere comunque per il titolo italiano dei piuma che lo stesso Bondavalli aveva lasciato vacante. Il match si disputa a Ferrara e l’avversario è Dino Pasotti. Enzo vince e conquista la cintura tricolore. Dopo questo successo Correggioli batte a Barcellona il catalano Perez Romero, futuro campione europeo dei pesi gallo. Correggioli difende poi la corona contro Bondavalli a Ferrara. Il rodigino si impone prima del limite il 15 dicembre del 1947.
Le altre vittorie
Continua successivamente a confrontarsi con i pugili migliori lontano da casa. Batte in Scozia il padrone di casa Jim Kenny, poi a Ginevra perde ai punti dall’austriaco Sigi Tennenbaum. A L’Aquila difende il titolo contro Alfredo Vivo perdendolo poi contro Cerasani a Roma. Combatte a La Spezia, perdendo, contro Bruno Visintin e poi a Bari contro Franz Kochmanowitsch. Si ritira dal quadrato nel 1953 ma la boxe è il suo mondo ed inizia la sua carriera da istruttore.
Qui iniziano i ricordi, quelli del figlio Mauro, che è stato così gentile da mettersi a disposizione per una chiacchierata ricca di passi indietro nel tempo. Ci ha anche raccontato di come era Enzo, integro, buono, un uomo tutto d’un pezzo. Mauro è nato quando Enzo aveva già smesso con il pugilato. Il ricordo si innesta anche con il racconto di molti che hanno avuto la fortuna di conoscere il pugile Correggioli. La sua eleganza sul ring e la sua bontà. Ci tiene a sottolineare che la bontà del padre era tangibile anche e soprattutto in famiglia.
La carriera da istruttore
Mauro ci ricorda delle partenze pomeridiane per andare a Padova per allenare con ritorni a casa dopo le 22 quando spesso lui era già a letto. Inizia da istruttore a Padova per via della collaborazione con una libreria locale e questo forse lo agevola nella scelta. Di quel periodo ricorda la possibilità di usare la palestra accanto a Freo, Manfrin ed altri. “Ricordo la rivalità durante le riunioni di pugilato perchè mio padre era visto da avversario, allenando pugili Padovani. Ricordo soprattutto il suo impegno per fare in modo che i suoi pugili non fossero mandati allo sbaraglio”. Questo dura fino al 78/79, poi, purtroppo, Enzo, a Mestre, cade e si frattura il gomito. 32 parti fratturate sopportate stoicamente fino a Rovigo. “Quando ci è arrivata la notizia ci siamo allarmati perchè abbiamo capito che si era fatto male sul serio, non sarebbe mai andato in ospedale altrimenti”.
Inizia la riabilitazione ed inizia anche ad allenare in Pugilistica, in Viale Trieste. Affianca il Maestro Modena e inizia a tirare su alcuni pugili. Due di loro diventeranno atleti di classe cristallina, su tutti : Alberto e Cristiano Castellacci. Mauro ci regala ricordi eccezionali. “Ricordo la palestra d’inverno, l’umidità, il freddo e nonostante tutto atleti che davano il massimo senza lamentarsi. Un episodio in particolare mi ha particolarmente colpito. Era un giorno di pioggia forte e mio padre chiede ad un pugile che abitava vicino se poteva andare a casa a prendergli un ombrello per avere riparo. Il pugile mette la giacca ed esce. Torna, super bagnato e tiene l’ombrello sotto la giacca, alla domanda di mio padre sul perchè avesse fatto la strada sottola pioggia lui rispose che non voleva dare al maestro l’ombrello bagnato”. Ecco, forse è questo il vero spirito ed il vero insegnamento della boxe. Il rispetto. Per chi è più grande, per chi ti può insegnare il rispetto e lo stare al mondo. Grazie Enzo Correggioli.
Fonti : Wikipedia. Foto: Mauro Correggioli, Pugilistica Rodigina.