Se hai un’età compresa tra i 25 ed i 45 è praticamente impossibile non conoscere Enrico Pizzardo. In città è conosciuto soprattutto per aver fondato, nel 2006, il brand Bulk. Ed è proprio da qui che bisogna partire. Dalle sue passioni : la moda e gli sport da combattimento (Anna, Anita e Giovanni sono in una classifica a parte). Già perchè il nome di questo brand, come lui stesso ha più volte dichiarato, gli è venuto in mente proprio durante i campionati del mondo di kick-boxe in Canada, nel 2005. Ci ha concesso un’intervista che abbiamo provato a racchiudere nelle parole che leggerete.
Enrico oggi è uno dei tre maestri della Pugilistica Rodigina, in palestra è conosciuto soprattutto perchè le sue sessioni di addominali sembrano infinite. Come per molti, il suo idolo indiscusso fu Rocky, tanto da conoscere i film praticamente a memoria. L’altezza è sempre stata il suo tallone d’Achille e pertanto inizia a praticare nuoto. A quindici anni, dopo sei di nuoto, si avvicina alla Kickboxing. In palestra conosce quello che diventerà il suo maestro ed il suo mentore : Remigio Ruzzante. Gli rimase a fianco fino ai Mondiali del 2005. La scelta della kick non è casuale, infatti Enrico ci dice che gli piaceva il fatto che ci fosse il Ko e la possibilità di combattere dentro un ring. Ma soprattutto amava il fatto di poter utilizzare due tecniche (il karate e la boxe) con la massima velocità e potenza.
La grinta del combattente
Già perchè se c’è una cosa che non difetta ad Enrico è la grinta del combattente. A questo proposito mi confessa che la sua categoria erano i 51/54 kg ma che spesso, molto spesso, non riusciva a trovare avversari per quel peso e che accettava anche di combattere in categorie da 60/63 kg. E dieci kg in più, in uno sport da combattimento, si sentono, e come. Il suo sogno però è la nazionale, sentir suonare l’inno solo per lui mentre è sul podio. Ci riesce, con sacrificio e costanza, spesso alternando il lavoro alla palestra. Dopo 12 anni di sacrifici corona il sogno di vestire la maglia azzurra e parte per i Mondiali in Canada nel 2005. Un meritatissimo secondo posto ed il ritorno in patria da vice-campione del mondo della sua categoria. A conclusione della sua carriera agonistica lo score di Enrico aveva questi (invidiabili) numeri : 96 incontri disputati, 3 volte campione interregionale, 3 volte campione d’Italia, e, appunto, il fregio di vice-campione del mondo nel 2005.
La Pugilistica Rodigina
Continua a frequentare la palestra ed inizia a frequentare la Pugilistica Rodigina. Condivide con Carlo Brancalion il maestro Ruzzante (oltre ad una profonda stima per lui e Cristiano Castellacci) e così, dopo qualche anno propone ai due di prendere in mano le redini della palestra. Il maestro Modena aveva già qualche problema di salute ed Enrico si mette a disposizione per portare dentro Viale Trieste 143 tutta la sua esperienza di uomo e combattente. Si crea un sodalizio che è qualcosa di magico, Enrico definisce entrambe due fratelli. Una sinergia unica, con differenze e peculiarità che si compensano e collimano. Tre anime unite dallo stesso credo, come Enrico stesso ci tiene a precisare.
Il futuro della Pugilistica è questo, secondo i suoi occhi. Una grande famiglia senza differenze, dove non esiste colore, razza, religione o sesso. Dove gli amatori hanno la stessa considerazione degli agonisti. Dove Enrico, Cristiano e Carlo faranno il possibile per il bene della società. In modo che ci li guarda da lassù possa essere orgoglioso di loro (e secondo me lo è già).