E’, idealmente, uno dei suoi tanti figli. Uno di quelli che il Maestro Modena ha letteralmente visto crescere e tirato su anno dopo anno. Parliamo di Carlo Brancalion, un pugile che ha fatto la storia della moderna Pugilistica Rodigina e dello sport Polesano in generale. Oggi è uno dei tre pilastri della palestra di Viale Trieste 143, che non smette di essere casa sua anche adesso che veste i panni del maestro. Un po’ della sua storia nelle righe che seguono.
Carlo inizia a praticare sport nel Rovigo Calcio, fin quando, all’età di 11 anni, il Maestro Modena non vede quel fisico gracile e gli chiede di passare in Viale Trieste per renderlo più forte, più muscoloso. Segue il suo consiglio e per un periodo compie due allenamenti distinti. Quelli del calcio e quelli della boxe. L’amore sboccia quindi per caso, ma non per questo è meno intenso. “Il primo desiderio che ho avuto è stato quello di poter salire sul ring prima possibile, a quel punto il calcio era passato decisamente in secondo piano“. La boxe lo assorbe completamente ed inizia a pensare alla preparazione per poter ambire al titolo italiano dilettanti dei welter. “Era un progetto molto ambizioso, quella categoria, al tempo, era affollata e c’erano parecchi pugili forti“.
La prima ascesa di Carlo Brancalion tra i dilettanti
Carlo Brancalion ritiene difficile poter entrare in Nazionale e scalare i vertici di quella categoria, ma non demorde e la costanza, la classe ed il sacrificio lo premiano. Nel 1992 a Sanremo riesce a far parte della squadra azzurra e termina al terzo punto, sconfitto da Bonanno di un solo punto, in una sorta di rivincita da quella patita in un torneo a Pesaro. Il ’92 regala a Carlo anche una medaglia di bronzo con la Nazionale, ad Atene. Il papà intanto gli regala delle video cassette sulla boxe e Carlo le consuma a furia di guardarle. Una su tutte, quella che riguarda Mike Tyson. Iron Mike diventa la sua figura di riferimento, i suoi movimenti, da imitare. Le movenze del pugile di Cus D’Amato, che ha reso celebre la tecnica del Peek-a-boo vengono provate per giornate intere davanti allo specchio.
Gli allenamenti, alla lunga, portano ad un breve logoramento, fisico e psicologico. Carlo decide di mollare e di non continuare la sua preparazione. Il maestro Modena però lo convince a tornare in palestra per continuare il suo sogno : il campionato italiano dei welter dilettanti. A Verbania, Carlo corona il suo sogno con il titolo cui, parole sue, tiene di più. Al suo angolo, come sempre, il maestro Modena. Ospite d’eccezione, Alessandro Baricco.
La Pugilistica Rodigina
Carlo Brancalion confeziona 168 incontri da dilettante e conquista il titolo italiano dei Welter tra i pro nel 1999, a Padova, contro Perna. Un personaggio nel cuore di tutti gli sportivi Polesani, praticamente cresciuto dentro le mura di Viale Trieste 143 dove, oggi, orgogliosamente insegna la noble art ad amatori ed agonisti della Pugilistica Rodigina. “E’ la mia seconda casa, uno stile di vita, dentro quelle mura, tra gli anni ’60 e gli anni ’90 è passato mezzo Polesine. Mi ricorda impegno, passione, sacrifici“. Carlo ci racconta anche quanto conti per lui essere uno dei maestri. “E’ un grande valore aggiunto. Lì dentro ho visto insegnare solo il maestro Modena e il suo secondo Bruno Cominato. Essere uno dei maestri è motivo di grande responsabilità ma anche di grande orgoglio“.
Oggi ci sono circa 60 atleti in palestra (tra amatori ed agonisti) e non è quindi semplice ed immediata la gestione. “E’ gravoso, ma sono felice della sinergia che si è creata con Enrico e Cristiano. Insieme possiamo fare molto. Immagino un futuro in cui continuare ad essere d’esempio educativo per i nostri ragazzi. Per poter portare tutti al rispetto delle regole, aiutarli a capire che, proprio come chiediamo noi in palestra, nella vita non si deve mai mollare“.